venerdì 6 settembre 2024

Immagini e totem dalla Cina? Minimal Megik e Gian Berra

La coscienza di sé della PIETRA ?
- Non nasce con la pietra stessa, o almeno non forse autocosciente …
Ciò che produce COSCIENZA è l’interazione con ALTRE coscienze,
Coscienza nasce e cresce con la condivisione e l’osservazione.
Se IO osservo, creo coscienza che impara a auto riconoscersi …
- I ricordi “ VERI “ o originali sono immagini composte da energie che sono EMOZIONI VISSUTE.
- I RICORDI INDOTTI o imposti da altri sono immagini che si sostengono con EMOZIONI imposte e generate da programmi IMPOSTI a noi …
Per IMPORRE un programma ad una coscienza basta LEGARLO ad una emozione, che dia forza a quella immagine,
Ogni volta che si toccherà quell’argomento si scatenerà l’emozione relativa che imporrà una REAZIONE non prevista e inattesa, … In quel’attimo tale identità emotiva sarà padrona e si imporrà alla coscienza. ( che non saprà la ragione di ciò che è accaduto … ) Essa agirà condizionando i sentimenti e togliendo consapevolezza.
Ecco il grande caos …
IL PANICO è il ritorno all’istinto …
È istinto bloccato che esplode … finalmente.
E’ talvolta il regalo della LUNA? Se ne approfitti, ti liberi davvero.
Giocare è interpretare “come realtà” agendo su una parte che fa parte dei desideri ..
Fare di un desiderio realtà?
È vivere un sogno come se fosse vero?
O vivere una parte NASCOSTA in noi e RIVELARLA interpretandola in modo visibile ed emotivamente reale …
E’ giocare.
Gian Berra 2024
Tratto dl libro " il padrone del fuoco, Psicologia sciamanica" di Gian Berra. Capitolo "il rito in pratica "

 

Minimal magic, magia strategia minimale by Gian Berra


Strategia minimale, minimal magic







Gian Berra: l'ultimo dipinto di informale barocco 2009 in minimal magic


Nel 2009, Gian Berra, dopo aver dipinto circa 100 opere di informale barocco, chiuse questa serie con un ultimo dipinto RED CHINA che riassume tutto il contenuto emozionale della ricerca. Una opera che conteneva in sintesi un percorso di sperimentazione che ora viene pubblicata e raccontata nelle varie fasi. Minimal magic.

Gian Berra: the last painting of informal Baroque 2009, minimal magic


In 2009, Gian Berra, after having painted about 100 works of Baroque informal, closed the series with a final painting RED CHINA that sums up all the emotional content of the research. A work which contained a summary of an experimental path that is now being published and told in various stages. Minimal magic.





Totem nothing
Nothing at all. Just as it is.
Represented in "nothing" to be or exist.
Void in nothing.
Safe haven.
Gian Berra

Totem nulla
Niente di niente. Semplicemente come è.
Rappresenta in "niente" di essere o esistere.
Vuoto nel niente.
Rifugio sicuro.
Gian Berra





Red China, ritaglio 1 : Assoluto

Questo è il ritaglio 1 del quadro Red China. Splende il campo di alluminio cromato che ruba gli occhi. Esso é lievemente inclinato come per allontanare un equilibrio assoluto. La mentalità occidentale ritiene necessaria la sicurezza di possedere di un equilibrio, ma ciò è la sua debolezza assoluta. La mentalità occidentale non ha una sicurezza, perché ritiene necessario un punto di partenza, e anche essa desidera un punto di arrivo. La mentalità occidentale vive correndo in cerca di auto realizzazione, ma non ha mete perchè ha delegato ad un concetto assoluto il suo sogno.
La mentalità della civiltà orientale (cinese) non concepisce concetti assoluti definiti. La civiltà cinese costruisce la sua sicurezza sul concreto di ogni attimo.
Essa cambia il suo orientamento seguendo gli istinti e l'esperienza.
La civiltà cinese ama lo sfondo di colore rosso, che indica la forza vitale completa di ogni suo aspetto, nessuno escluso.
La civiltà cinese ama le linee oblique perché indicano vitalità e movimento ( gli occidentali temono di perdere il contatto con la sicurezza).
Una linea nera spezzata disturba l'equilibrio, lo fa con arroganza perché è nel suo diritto. Fili di luce determinano i confini degli elementi figurativi, ma lo fanno senza sicurezza, perché ogni punto fermo è una illusione.
Per la mentalità cinese le illusioni sono un gioco. Per la mentalità occidentale le illusioni sono schiavitù e sono strumenti per guidare le coscienze verso la follia.

Immagine completa del quadro Red China con i suoi territori:

Red China, cutout 1, Absolute

This is the first crop of the picture Red China. Shining chrome aluminum field that the eyes steals. It is slightly tilted as if to ward off an absolute balance. The security Western mind considers it necessary to have a balance, but this is its absolute weakness. The Western mind has no security, because it believes need a starting point, and it also wants an end point. The Western mind lives running in search of self-realization, but no goal because delegated to an absolute concept his dream.
The mentality of the eastern civilizations (Chinese) does not conceive defined absolute concepts. Chinese civilization builds its security on the concrete of each moment.
It changes its orientation following the instincts and experience.
Chinese civilization loves the red background, indicating the complete life force of every aspect, without exception.
Chinese civilization loves the oblique lines that indicate vitality and movement (Westerners fear of losing touch with the security).
A black broken line disturbs the balance, it does so with arrogance because it is within his rights. light strands determine the boundaries of the figurative elements, but they do so without security, because every milestone is an illusion.
For the Chinese mentality illusions are a game. To the Western mind illusions they are slavery and have instruments to guide the consciences towards madness.

Full image of Red China framework with its territories:













Red China, minimal magic 2: il senso di colpa

Ecco il ritaglio 2 di Red China in Minimal magic

La linea del cammino è chiara come un serpente scuro già tracciato. Basta seguirla anche perché è comodo. Sembra fermarsi in un luogo innaturale di metallo che luccica

Red China, minimal magic 2
Ecco il ritaglio 2 di Red China in Minimal magic
La linea del cammino è chiara come un serpente scuro già tracciato. Basta seguirla anche perché è comodo. Sembra fermarsi in un luogo innaturale di metallo che luccica. Attira l'attenzione, ma solo per un attimo, perché cola un po' di sofferenza lungo quel cammino.
Un occidentale a questo punto guarderebbe alla sua sofferenza patita e ne ricaverebbe malinconia, autocompiacimento o rabbia ( un islamico solo rabbia e frustrazione ).
Ma per la sensibilità di un cinese ( civiltà della Cina ) il percorso non dona importanza eccessiva a tali emozioni. Ci sono, esistono, ma è più importante osservare il campo rosso che sostiene il cammino. Non solo: Si sviluppano territori gialli frammentati appena attorno al territorio di lucente alluminio.
Per di più la mentalità orientale cinese osserva con interesse il percorso verticale quasi trasparente che attraversa la zona di alluminio.
Per lui è una zona interessante perché gli propone mille alternative, malgrado mille ostacoli che la attraversano.
Nella civiltà occidentale gli ostacoli vengono usati e affrontati per sfuggire i pesi dell'anima e per imboccare strade con entusiasmo, che nascondono il disagio del senso di colpa indotto, ( per un islamico vengono scartati, oppure sostituiti da altri percorsi già tracciati da altri ).
Per un appartenente alla civiltà cinese o giapponese gli ostacoli generano curiosità, ma non immediata azione. Essi fanno semplicemente parte della vita, e vissuti.

Red China, minimal magic 2
Here cropping 2 of Red China in Minimal magic
The line of the road is as clear as a dark snake already mapped. Just follow it because it is convenient. It seems to stand in an unnatural place from metal that glitters. Attracts attention, but only for a moment, because cola a little 'suffering on that journey.
A West at this point would look to his past pain and would procure melancholy, complacency or anger (an Islamic only anger and frustration).
But for the sensitivity of a Chinese (Chinese civilization) the course does not give too much importance to such emotions. There are, there are, but it is more important to observe the red field that sustains the journey. Not only that: They develop yellow territories fragmented just around the shiny aluminum territory.
Moreover the Chinese oriental mentality observes with interest the almost transparent vertical path that runs through the aluminum area.
For him it is an interesting area because it offers him a thousand alternatives, despite a thousand obstacles that cross.
In Western civilization obstacles are used and addressed to escape the soul weights and take roads with enthusiasm, which hide the discomfort of guilt induced, (for a Muslim are discarded, or replaced by other already traced by other routes) .
For a member of the Chinese or Japanese civilization obstacles generate curiosity, but no immediate action. They are simply part of life, and lived.










Red China, minimal magic 3



Red China, minimal magic 3: La Paura

Ecco il ritaglio 3 di Red China in Minimal magic.

Ecco la strada, la via da percorrere perché è la sola che abbiamo a disposizione in questo attimo di vita. Noi nel percorrerla pensiamo che essa sia la sola … e camminando noi ci sentiamo sicuri. Come il pensiero occidentale esamina il suo cammino?
Il pensiero occidentale conosce i suoi limiti ma anche li nasconde a sé stesso. La mentalità assoluta occidentale non ammette errori non previsti, non ammette la sua debolezza. Il pensiero occidentale non ammette la Paura; esso ha paura della Paura. Il timore del pensiero occidentale è che anche la Paura sia assoluta.
La Paura come concetto assoluto non può essere dominata, ne esaminata, ne accettata. La Paura non ha una immagine, non può averla perché è assoluta e contiene tutte le immagini possibili.
La Pura è indefinibile.
Per il pensiero occidentale la Paura ha il valore malefico e assoluto del Male.
Il pensiero occidentale non può conoscere il Male, perché è il valore inverso del Bene. Il pensiero occidentale pensa di conoscere il Bene, ma lo confonde con i suoi interessi e con le sue idee e ideologie.
Le idee e le ideologie, e le religioni su cui fa affidamento il pensiero occidentale sono la rappresentazione dei suoi desideri e delle sue paure.
Ma essi non hanno il potere di creare relazioni con i concetti assoluti che creano tali concetti.
Il pensiero occidentale è cieco.
Il pensiero cinese rappresenta la Paura con infinite immagini con cui parlare in infiniti modi. Il pensiero cinese può temere la Paura, ma sa anche farsela amica e ingannarla o lusingarla. Per esso la Paura ha un valore grande, ma mai assoluto. Per il pensiero cinese esiste sempre una via di fuga o una alternativa.
Una strada conosciuta può essere ripensata e corretta e il cammino può continuare. Tutto è relativo.
Così nel ritaglio 3 il cammino scuro passa attraverso tante prospettive colorate e poi si dirama in una deviazione che genera angoscia.
E' la sfida che la cultura cinese vince alla grande sulla cultura occidentale.


Gian Berra 2016

Red China, minimal magic 3: The Fear

Here cropping 3 of Red China in Minimal magic.

This is the path, the way to go because it is the only one available to us in this moment of life. We follow it in we think that it is the only ... and walking us feel safe. As Western thinking examines his path?
Western thought knows his limits but also hides them himself. The western mentality does not admit absolute unexpected errors, he does not admit his weakness. Western thought does not admit Fear; it is afraid of Fear. The fear of Western thought is that the fear is absolute.
Fear as an absolute concept can not be dominated, they examined, he accepted. Fear does not have an image, it can not have it because it is absolute and contains all possible images.
The Pura is indefinable.
To Western thinking Fear has the evil and absolute value of Evil.
Western thought can not know the evil, because it is the inverse value of Good. Western thought think you know the Good, but confuses him with his interests and his ideas and ideologies.
Ideas and ideologies, and religions on which relies on Western thought is the representation of his desires and his fears.
But they do not have the power to create relationships with absolute concepts that create these concepts.
Western thought is blind.
Chinese thought is the Fear with endless images to talk in endless ways. Chinese thought may fear the Fear, but also knows how to have it friend and deceive or flatter her. Fear for it has great value, but never absolute. For Chinese thought there is always an escape route or an alternative.
A road known can be rethought and correct and the path may continue. Everything is relative.
So in the cutout 3 dark path goes through many colorful perspectives and then branches out into a detour that generates anxiety.
And 'the challenge that Chinese culture wins big on Western culture.

Gian Berra 2016





1 commento:

kaceejackiewicz ha detto...

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Le poesie dell'anima veneta di Gian Berra

 

Le poesie dell'anima veneta di Gian Berra






Le poesie dell'anima veneta di Gian Berra...




20
Gigeta de na olta.
Gigeta, come elo che son passà
tacà al to cortivo?
No so, almanco no me par.
Me son catà rente al to canciel de piera
e i sgrisoi i me gha robà al cor.
Che mal Gigeta, che mal.
Son tornà ai ani bei che no serviva ragionar.
Me bastea pensar a ti, che al mondo gavea un senso.
Mi vegnia a catarte, anca de inverno
su in moto. Che fret Gigeta.
Su là, mi sol, corar su na strada voda e scura.
E to mare che la me olea ben, la me verdea la porta.
E noialtri do sul divan a strucarse...
La toa pel xera un veludo da sognar.
Sentirte la tacà mi, un calor
de promesse, caresse che olea
sempre de pì.
Ma ti sempre tenta a no assar massa
far.
Un baso in boca, e ti calda come al fogo.
Dopo, che bel la domenega,
caminar insieme. Vardarte, come aver tacà mi
la pì bela del mondo.
E dopo, la sul bosc, ti assarme dar
na ciuciada ale tete.
Mi te vardea sui to oci, tento a no
farme vedar, da ti.
Oci che me robea l'anema.
Oci che i parea sempre ridar,
ma co un poca de superbia,
solamente un pocheta....
Gigeta, no te bastea no un toso
che sognava massa?
Ti tu olea de pì?
Che a le bele tose no ghe bastea
i sogni?
Xe sta un setembre che tu me a dita... basta?
Me son catà co na vita 'ncora tuta da vivar.
Ma senza de ti. Na vita tuta da inventar
col cor svodà.
Finia lora, a quei tempi i bei ani, finia i sogni.
Tachea a vegnirme rente
na realtà cossì si bruta, da scamparghe
via.
Lora, fursi xera de sognarghen n'altra
tuta par mi?
Che destin Gigeta, quel de vivar de sogni,
xe na strada rebaltada.
Ma mi no so far altro.
Gigeta, ti tu resta un sogno, un ricordo
sconto dai ani.
Dess che al xe tornà, al par sì bel
che son content de averlo
sempre co mì.
Gian Berra


20
Gigeta di una volta.

Gigeta, com'è che sono passato
accanto al tuo cortile?
Non so. almeno penso.
Mi sono trovato accanto al tuo cancello di pietra
e i brividi mi hanno rubato il cuore.
Che male Gigeta, che male.
Son tornato ai bei anni in cui non serviva ragionare.
Mi bastava pensare a te, che il mondo aveva un senso.
Venivo a trovarti, anche d'inverno
su in moto. Che freddo Gigeta.
Lassù, da solo correre su una strada vuota e scura.
E tua madre, che mi voleva bene, mi apriva la porta.
E noi sue sul divano a tenerci stretti...
La tua pelle era un velluto da sognare.
Sentirti accanto a me, un calore
di promesse, carezze che volevano sempre di più.
Ma tu sempre attenta a non lasciar
troppo fare.
Un bacio in bocca, e tu calda come il fuoco.
Dopo, che bello la domenica,
camminare assieme. Guardarti,
come ad avere accanto la più bella del mondo.
E poi la sul bosco, tu mi lasciavi
dare un succhiotto alle tette.
Io guardavo i tuoi occhi, attento a
non farmi notare da te.
Occhi che mi rubavano l'anima.
Occhi che parevano sempre sorridere,
ma con un poca di superbia,
solamente un poca...
Gigeta, non ti bastava un ragazzo
che sognava troppo?
Volevi di più?
Che alle belle ragazze
non bastano i sogni?
Era di settembre che mi hai detto.. basta?
Mi sono trovato con una vita tutta da vivere.
Ma senza di te. Una vita tutta da inventare,
col cuore vuoto.
Finivano allora, a quei tempi gli anni belli,
finivano i sogni.
Iniziava a venirmi incontro una realtà
così brutta, da scapparvi via.
Allora era forse da sognarne un'altra
tutta per me?
Che destino Gigeta, quello di vivere di sogni,
è una strada complicata.
Ma non so fare altro.
Gigeta tu resti un sogno, un ricordo
nascosto dagli anni.
Adesso che è tornato, pare così bello
che son contento di averlo
sempre con me.

Gian Berra


19
Gemo al sogna Venessia.

Anca qua a Miran, Gemo al camina
dopo magnà.Par far scampar i pensieri.
Al varda zo sul canal
quel che se specia, de le ville
dei siori che vegniva
da Venessia.
Tira un pocheto de vent,
che al suga via al sudor
che al vien su, anca
solamente a vivar.
Al pensa sempre a quande,
pena sposà, gha tocà
lassar la casa sul canal, zo in laguna.
No ghe ziera pì posto par lu.
Dopo quande che so mare xe morta,
gnanca pì tornà.
Al se pensa, da zoven al girar in nave,
tanti ani a vardar al mondo,
a scargar e cargar, mai co la calma
de tirar al fià.
Al sal al gha tirà la pel sui so oci.
La fadigha la pesa sui oss,
anca se la testa la varda dreta vanti.
Gemo, pensa all'udor, ala voia
de zugar vardando oltra, la zo in fondo,
ndove anca al ciel se confondea
col mar. No ghe ziera confin, gnanca
de pensar che gnente sarià mai cambià.
Che bel sognar, gustar de star sentadi
su na storia che la vardava se stessa.
Ma al temp xe assasino, a ne porta
fora. Al ne copa la speranza.
Lora sule recie, ghe torna la campana
che la ciamea le vecie e i bocie
matina prest, tuti a vardar lontan
al campanil. Bastea ela par tacar a vivar
naltro dì, a tirar entro la aria fresca
che vegnia dal mar.
No ghe ziera da pensar al futuro,
par quei che viveva su un quadro
co la cornize, tuta de oro.
Co sta richezza sul cor, Gemo
al sa che no la perdarà mai.
Al sa lu, che se anca i sogni,
prima o dopo i finisse,
Venessia xe un sogno,
che no finirà mai.
Gian Berra 2105

TRADUZIONE

Gemo sogna Venezia.
Anche qua a Mirano, Gemo cammina
dopo mangiato. Per far scappare i pensieri.
Guarda giù sul canale
ciò che si specchia delle ville
dei signori che venivano
da Venezia.
Tira un po' di vento,
Che asciuga via il sudore
che viene su, anche solamente
a vivere.
Pensa sempre a quando,
appena sposato, gli è toccato
lasciare la casa sul canale, giù in laguna.
Non c'era più posto per lui.
Poi, quando sua madre è morta,
neanche più è tornato.
Ricorda, da giovane a viaggiare in nave,
tanti anni a girar il mondo,
a scaricare e caricare, mai con la calma
di tirare il fiato.
Il sale gli tira la pelle degli occhi.
La fatica gli pesa sulle ossa,
anche se la testa guarda dritta davanti.
Gemo pensa all'odore, alla voglia
di giocare guardando lontano
la in fondo,
dove il cielo si confondeva col mare.
Non c'era confine, nemmeno al pensare
che nulla sarebbe mai cambiato.
Che bel sognare, gustare di stare seduti
su una storia che guardava sé stessa.
Ma il tempo è assassino, ci porta fuori.
Ci uccide la speranza.
Allora alle orecchie, gli torna la campana
che chiamava le vecchie e i bambini
la mattina presto, tutti a guardare lontano
il campanile. Bastava lei
per cominciare a vivere
un altro giorno, e tirare dentro
l'aria fresca che veniva dal mare.
Non c'era da pensare al futuro
per quelli che vivevano dentro un quadro
con la cornice tutta d'oro.
Con questa ricchezza sul cuore, Gemo
sa che non la perderà mai.
Sa lui, che se anche i sogni
prima o dopo finiscono,
Venezia è un sogno,
che non finirà mai.
Gian Berra 2015

il sito di Gian berra: https://sites.google.com/site/gianberrasite/


facebook:
https://www.facebook.com/gian.berra


Le opere free on line di Gian Berra
https://independent.academia.edu/GianBerra




Immagini e totem dalla Cina? Minimal Megik e Gian Berra

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