mercoledì 12 febbraio 2014

Il mistero della visione numerata, e il triangolo scaleno. Gian Berra 2914.



Il Caos apparente è solo un modo per risvegliare il simbolo automatico del
triangolo scaleno...


Filosofia dell'immagine 2.

Prendo una altra nota dal “maledetto” libretto che pretende di essere scritto:
Quanti punti può identificare in automatico il cervello?
Dico cervello o mente, non occhio. L'occhio vede tutto, ma è il cervello che percepisce nei due modi suoi propri: nascosto e palese.

Perciò meglio fare una prova. Ed ecco il risultato.

Metto in dito davanti agli occhi. Lo identifico bene senza contare: il concetto è chiaro, è un dito.
Ora metto due dita. L'identificazione è automatica. Sono due.
Ora metto tre dita. Nessun dubbio. Il concetto di 3 è chiaro, non serve contare.
Ora metto quattro dita... e l'attenzione ha un attimo di pausa (inconscia). Poi posso decidere che quelle erano quattro dita. Ma cosa è accaduto nell'attimo di pausa? La nostra mente-cervello ha dovuto decidere come interpretare il nuovo concetto. Il gruppo di quattro dita è infatti composto da due immagini, contenenti ciascuna due dita. Perciò è nata la necessità di tornare alla immagine con due dita... e poi scoprire che è stata proposta due volte. Così nasce il concetto-immagine di “quattro dita”. Ma il nostro cervello continuerà a considerare l'immagine di 4...come una ripetizione duplicata dalla immagine di 2.
Metto ora davanti agli occhi cinque dita (o 5 oggetti uguali ), e scopro che una altra volta l'attenzione riflette. Dovrà dividere l'immagine in due immagini predeterminate: Una immagine del 3, e un'altra immagine del 2. Così nasce il nuovo concetto-immagine del 5, ma in ogni caso, ogni volta, in futuro, quando vedremo 5 oggetti... la procedura inconscia verrà ripetuta automaticamente ancora una volta. A MENO CHE... io non obblighi con un condizionamento automatico la mia mente a... saltare il suo lavoro di identificazione. Un condizionamento è una forzatura, un programma che impedisce alla mente di decidere da sola... ma di questo parlerò in seguito.
Quindi il risultato di tanto lavoro è che la nostra mente ( che ragiona, percepisce per immagini)... identifica in automatico le immagini base di 1,2,3... e poi con queste costruisce tutte le altre variabili.
Tra queste immagini “originarie”, solo l'immagine del 3, può contenere uno spazio chiuso e delimitato. E' la sola prima ”originaria” immagine “automatica” che dona il concetto di “confine” o “identità” delimitato e riconoscibile sia dai “lati”, dagli angoli e dalla sua immagine riconoscibile in automatico dalla coscienza. 
Quando una immagine “originaria” viene richiamata attivamente alla coscienza ( vi è comunque sempre presente magari dormiente ), essa porta con sé tutta la sua carica emotiva e istintuale. E' una immagine-simbolo carica di una energia “animale” che è la nostra eredità di base. E' da essa che viene l'energia che ci fa vivere, pensare. E' il nostro tesoro più sacro, contiene forza senza limite. Essa contiene insita una “magia” che...

Gian Berra 2014

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Parigi di periferia e l'inganno dei triangoli scaleni. Gian Berra 2014


Filosofia visiva?
Provo a mettere qualcosa riguardo il libretto che forse mi decido finalmente di scrivere (?)
Foto numero uno: Scorcio di periferia, Parigi.

La "prospettiva" è chiara:
Le linee di fuga del palazzo a destra dominano la foto. Portano verso il centro, con la tendenza in basso verso il suolo. Ciò è dovuto al fatto che la linea di fondo della piazza è molto al di sotto della metà dell'insieme (in terzo?). Perciò l'attenzione dell'occhio rimane bassa. Questa area è definita dal triangolo rosso.
Gli alberi e il grande lampione dominano il cielo e gli oggetti a sinistra che dominano la piazza. Essi contrastano il palazzo. Così nasce il triangolo giallo in opposizione.
Due vertici importanti dei due triangoli si incrociano nella parte bassa e mediana vicino alla edicola a sinistra e segnano anche le case di sfondo.
Il cerchio azzurro delimita tale area: essa è l'area dove l'occhio riposa e si ferma dopo aver fatto un "giro" sull'immagine.

L'immagine viene equilibrata da due triangoli contrapposti. Il loro orientamento porta l'attenzione nel punto in chi loto convergono. I triangoli sono scaleni, cioè non hanno lati, angoli o dimensioni uguali che si ripetono. Tale "relatività" impone allo sguardo una mobilità, in quanto non trova nulla in cui ancorarsi. In questo modo l'attenzione viene stimolata all'infinito. Non può stare ferma non trovando conferme a sé stessa.
Essa comunque ha delle vie di fuga date dagli "oggetti" che contiene l'immagine.
Le vie di fuga, o vie di attenzione, sono insite nell'immagine. 
L'immagine è stata creata con tale funzione: attirare l'attenzione.
Il modo più efficace per attirare l'attenzione, è non farla fermare mai. Ottenere cioè un continuo "movimento di interesse".
Fino a che il movimento dell'occhio dura, è l'intento contenuto nell'immagine che vince.
Ripeto: 
Una immagine può contenere anche punti di equilibrio. Ma in questa immagine essi servono solo a mantenere l'attenzione nell parte centrale della stessa. Ma nello steso tempo l'occhio vaga e salta tra l'albero che riempie il cielo, e il muro del palazzo.
Così tutta l'immagine si completa di continuo... e cattura l'attenzione.
Armonia, completezza, fuga e ritorno. 
Conforto e riposo.
Innamoramento.

Gian Berra 2014 






I triangoli scaleni disegnano in automatico le aree di attenzione. Gian Berra


Dipinto di Rubens Santoro 1859-1942, Venezia.

Il pittore conosce la sua tecnica, e desidera, come tutti gli autori, giungere agli obiettivi che giustificano tale fatica:
ottenere attenzione
vendere l'opera
ottenere lodi
esprimere sé stesso, e guardarsi nella sua espressione
autostima, più o meno palese
incantare l'osservatore, farlo innamorare

E' utile ricordare che tali desideri sono propri di ognuno che esprime sé stesso, qualunque opera o idea vuole far conoscere. Una canzone, una poesia, un romanzo, una idea politica, una fede, una religione.

Si nota subito la separazione dei due lati destro e sinistro del quadro: la parte a sinistra è molto più larga e definita della parte destra che mostra solo uno spicchio della chiesa.

Per bilanciare tale scalino, la parte destra, più vuota, ha in compenso un cielo molto ampio decorato con nuvole lontane. E in basso nel canale, molte barche riempiono il vuoto d'acqua nel canale.
Il ponte posto sempre ad un terzo dell'altezza del dipinto ( orizzonte basso) è spostato quasi del tutto a destra per compensare l'attenzione.

La parte sinistra:
E' la parte più elaborata e furba del dipinto. La prospettiva è molto accentuata, ma viene rotta, spezzata da molti elementi. Nella parte centrale i cornicioni fanno una ombra esagerata, ma utile ad attirare l'attenzione ad alcuni alberi in un giardino.
Appena dopo un palazzo bianco, quasi frontale rompe le linee quasi al centro del quadro. Oltre la prospettiva declina fin quasi a toccare l'altra sponda.
Nel fondo i colori si annebbiano, indicando una distanza lontana.
Il dipinto è diviso in due dal cielo che si riflette sull'acqua del canale: un "V" che si rovescia che da solo costruisce due triangoli scaleni.
Ho costruito due probabili triangoli scaleni sulle vie dell'attenzione. I loro vertici si incontrano nel ponte che collega le due rive del canale. Questo evidentemente era l'intento del pittore. Ci è riuscito bene. Ma c'è un appunto da fare:
I toni scuri delle ombre, sono quasi del tutto uguali, e ciò rende un po' monotono il dipinto.
La prospettiva è corretta, ma tiene poco conto della distanza che dovrebbe offuscare di più i colori di fondo.
I grigi delle facciate sono simili sia nelle due parti del quadro.

Ma questo è solo un mio modo "romantico" di vedere il dipinto. In effetti il pittore ha avuto l'intenzione di proporre il dipinto in modo "realistico-fotografico" più efficace possibile. E ci è riuscito alla grande. Il dipinto era proposto a persone che vedevano ( o volevano vedere) Venezia in quel modo, e così avevano ottenuto un prodotto ottimo, adatto alle loro aspettative. Il dipinto non fa "pensare" chi lo vede, ma solo confermare ciò che già pensa. Conferma ciò che loro pensano di essere, perciò piace e forse sarà desiderato con più efficacia.

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